mardi 1 mai 2012

Manifesto dell'Assemblea EuropeanRevolution-Tunisia

1- Firmando l'accordo con il regime di Ben Ali, l'Unione Europea ha fatto della Tunisia una delle sue province e del suo popolo una massa di lavoratori a basso prezzo, oltre che di consumatori a profitto delle imprese europee, multinazionali in testa. Alla libera circolazione dei prodotti e delle merci non è corrisposta la libera circolazione delle persone, così come il ponte d'oro offerto alle imprese europee non ha avuto come corollario l'estensione dei diritti civici alle cittadine e ai cittadini tunisini. Mentre i cittadini europei sono i benvenuti in Tunisia, dove possono entrare e soggiornare quando e dove vogliono, i cittadini tunisini sono considerati praticamente indesiderabili sul territorio dell'UE.  In realtà, più che un accordo di cooperazione sembra essere un accordo di sottomissione, che legittima una nuova forma di "protettorato".
2- La "Provincia Tunisina" è di fatto soggiogata dal debito nei confronti di banche e governi dell'UE.  Gli interessi di questo debito odioso, pur rappresentando una goccia nell'oceano della crisi finanziaria che travolge oggi l'Europa, costituiscono somme importanti per un paese come la Tunisia, somme che vengono naturalmente sottratte dalle spese per l'educazione, la salute e lo sviluppo in generale.
3- La Rivoluzione tunisina non è certo conclusa. Il dittatore è partito, ma il sistema di potere e di corruzione instaurato dal regime è ancora presente. Per arrivare a una democrazia reale il percorso è ancora lungo e il popolo tunisino deve poter trovare autonomamente la propria strada, al di là dei consigli interessati, offerti da molti che dopo il 14 gennaio 2010 si sono mostrati paesi amici. Ognuno di questi nuovi "amici", da Madrid a Varsavia passando per Berlino, Monaco di Baviera e Bucarest, si è precipitato a proporre il proprio modello di "transizione democratica" insieme a promesse di aiuti e finanziamenti. La crisi che colpisce oggi l'Europa, a cominciare da Grecia e Spagna, mostra però l'impasse in cui si sono trovati molti paesi dopo la loro transizione dalla dittatura alla "democrazia" del mercato e dei suoi padroni, i "banksters".
4- Stimolati dalla rivoluzione tunisina e egiziana, i popoli d'Europa, a cominciare dalla gioventù "senza futuro", fluida e precarizzata, hanno dato vita a grandi movimenti di rivolta e di rimessa in discussione della democrazia per delega, chiamata rappresentativa, poiché considerano, appunto, che un tale sistema è ormai incapace di rappresentarli. Milioni di cittadini europei hanno occupato le piazze d'Atene, Madrid, Barcellona, Lisbona, Berlino, Parigi, Londra, Roma e decine d'altre città del continente. Movimenti che sono entrati nella storia con il nome di "indignati".
5- Nonostante la loro grande diversità, i movimenti sociali che agitano l'Unione Europea hanno un denominatore comune: il rifiuto dei piani d'austerità dettati a Bruxelles o a Francoforte per far pagare la LORO crisi ai popoli, demolendo tutti i diritti sociali acquisiti negli ultimi 67 anni e attaccandosi ai settori pubblici vitali: educazione, salute,  previdenza sociale, pensioni, trasporti, energia. Si tratta ormai di lottare per salvaguardare accettabili condizioni di vita per la maggioranza della popolazione e diritti in via di sparizione. In questo senso i popoli europei vedono la loro situazione avvicinarsi sempre più a quella dei popoli del sud del Mediterraneo, Tunisia compresa.
6- Noi cittadine e cittadini del mondo residenti in Tunisia, ci consideriamo parte attiva di questi movimenti. La nostra assemblea ha per obiettivo la formazione di un ponte tra i popoli d'Europa, della Tunisia e della zona mediterranea, di diventare una sorta d'ambasciata nomade dell'Unione Europea dei popoli che sta nascendo, contro l'Unione europea dei banksters e dei politici corrotti al loro servizio. Per questo ci proponiamo d'informare,d' avvicinare e d'agire.
7- INFORMARE
Vogliamo informare con tutti i mezzi a nostra disposizione i cittadini tunisini della situazione europea e, contemporaneamente, i cittadini europei della situazione tunisina.

8- AVVICINARE
Vogliamo stabilire dei partenariati orizzontali tra gruppi di cittadini europei e tunisini per elaborare progetti alternativi e creazioni autonome.

9- AGIRE
Vogliamo partecipare localmente a tutte le iniziative promosse dal movimento di mobilizzazione sociale in Europa, coinvolgendo il più gran numero possibile di cittadine e cittadini tunisini.

10- Chiunque sia interessato all'iniziativa può prendere contatto con noi e partecipare alle nostre attività.
EuropeanRevolution-Tunisia, 1° Maggio 2012

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