1- Firmando l'accordo con il regime di Ben Ali,
l'Unione Europea ha fatto della Tunisia una delle sue province e del suo popolo
una massa di lavoratori a basso prezzo, oltre che di consumatori a profitto
delle imprese europee, multinazionali in testa. Alla libera circolazione dei
prodotti e delle merci non è corrisposta la libera circolazione delle persone,
così come il ponte d'oro offerto alle imprese europee non ha avuto come
corollario l'estensione dei diritti civici alle cittadine e ai cittadini
tunisini. Mentre i cittadini europei sono i benvenuti in Tunisia, dove possono
entrare e soggiornare quando e dove vogliono, i cittadini tunisini sono
considerati praticamente indesiderabili sul territorio dell'UE. In realtà, più che un accordo di cooperazione
sembra essere un accordo di sottomissione, che legittima una nuova forma di
"protettorato".
2- La "Provincia Tunisina" è di fatto
soggiogata dal debito nei confronti di banche e governi dell'UE. Gli interessi di questo debito odioso, pur
rappresentando una goccia nell'oceano della crisi finanziaria che travolge oggi
l'Europa, costituiscono somme importanti per un paese come la Tunisia, somme
che vengono naturalmente sottratte dalle spese per l'educazione, la salute e lo
sviluppo in generale.
3- La Rivoluzione tunisina non è certo conclusa.
Il dittatore è partito, ma il sistema di potere e di corruzione instaurato dal
regime è ancora presente. Per arrivare a una democrazia reale il percorso è
ancora lungo e il popolo tunisino deve poter trovare autonomamente la propria
strada, al di là dei consigli interessati, offerti da molti che dopo il 14
gennaio 2010 si sono mostrati paesi amici. Ognuno di questi nuovi
"amici", da Madrid a Varsavia passando per Berlino, Monaco di Baviera
e Bucarest, si è precipitato a proporre il proprio modello di "transizione
democratica" insieme a promesse di aiuti e finanziamenti. La crisi che
colpisce oggi l'Europa, a cominciare da Grecia e Spagna, mostra però l'impasse
in cui si sono trovati molti paesi dopo la loro transizione dalla dittatura
alla "democrazia" del mercato e dei suoi padroni, i "banksters".
4- Stimolati dalla rivoluzione tunisina e egiziana,
i popoli d'Europa, a cominciare dalla gioventù "senza futuro", fluida
e precarizzata, hanno dato vita a grandi movimenti di rivolta e di rimessa in
discussione della democrazia per delega, chiamata rappresentativa, poiché
considerano, appunto, che un tale sistema è ormai incapace di rappresentarli.
Milioni di cittadini europei hanno occupato le piazze d'Atene, Madrid,
Barcellona, Lisbona, Berlino, Parigi, Londra, Roma e decine d'altre città del
continente. Movimenti che sono entrati nella storia con il nome di
"indignati".
5- Nonostante la loro grande diversità, i
movimenti sociali che agitano l'Unione Europea hanno un denominatore comune: il
rifiuto dei piani d'austerità dettati a Bruxelles o a Francoforte per far
pagare la LORO crisi ai popoli, demolendo tutti i diritti sociali acquisiti
negli ultimi 67 anni e attaccandosi ai settori pubblici vitali: educazione,
salute, previdenza sociale, pensioni,
trasporti, energia. Si tratta ormai di lottare per salvaguardare accettabili
condizioni di vita per la maggioranza della popolazione e diritti in via di sparizione.
In questo senso i popoli europei vedono la loro situazione avvicinarsi sempre
più a quella dei popoli del sud del Mediterraneo, Tunisia compresa.
6- Noi cittadine e cittadini del mondo residenti
in Tunisia, ci consideriamo parte attiva di questi movimenti. La nostra
assemblea ha per obiettivo la formazione di un ponte tra i popoli d'Europa,
della Tunisia e della zona mediterranea, di diventare una sorta d'ambasciata
nomade dell'Unione Europea dei popoli che sta nascendo, contro l'Unione europea
dei banksters e dei politici corrotti
al loro servizio. Per questo ci proponiamo d'informare,d' avvicinare e d'agire.
7-
INFORMARE
Vogliamo
informare con tutti i mezzi a nostra disposizione i cittadini tunisini della
situazione europea e, contemporaneamente, i cittadini europei della situazione
tunisina.
8-
AVVICINARE
Vogliamo
stabilire dei partenariati orizzontali tra gruppi di cittadini europei e
tunisini per elaborare progetti alternativi e creazioni autonome.
9- AGIRE
Vogliamo
partecipare localmente a tutte le iniziative promosse dal movimento di
mobilizzazione sociale in Europa, coinvolgendo il più gran numero possibile di
cittadine e cittadini tunisini.
10- Chiunque sia interessato all'iniziativa può
prendere contatto con noi e partecipare alle nostre attività.
EuropeanRevolution-Tunisia, 1° Maggio 2012
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